Artefatto richiesta.

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    Non era soltanto un demone o un mostro.
    Non era soltanto uno degli esseri più forti e spietati di quell’epoca lontana.
    Lui era un’icona della guerra e della battaglia;
    del terrore dei più piccini.
    Era un mostro affamato e spietato, in grado di sbaragliare interi eserciti,
    o semplicemente uccidere dozzine di Maegon.
    Un giorno, un uomo tornò a casa vivo, con una zanna in mano.
    Lui raccontò di essere sopravvissuto a Mezboğa.
    Il mostro del meridione.


    La zanna di Mezboğa
    « E di come gridò l'ultima volta. »



    Circolano tante leggende in seno all’Akeran.
    Molte di queste parlano di demoni e bestie mitologiche, di draghi e magiche creature.
    Poche in realtà parlano di uomini, semplici esseri umani in grado di compiere imprese epiche.
    Tra quelle, esiste la storia di Sahid Al-mack, un contadino dell’Akeran chiamato in guerra per combattere i mostri che minacciavano il continente:

    “Questa è la storia di un’epoca lontana, radicata nei tempi dei miti e delle leggende, in cui i mostri erano più spietati e crudeli, in cui la vita era più difficile e le guerre persino più frequenti. In quest’epoca visse un uomo: Sahid Al-mack figlio di Al-Amsur, semplice contadino forgiato dalle mille battaglie che dilaniarono l’Akeran. Un uomo che divenne la leggenda del meridione di Theras.

    Mezboğa era l’essere più spietato di quegli anni bui, di lui si ricordano le grosse zanne che fuoriuscivano dalle mascelle prominenti, la pelle dura come il metallo e ricoperta di peli neri come catrame, gli occhi rossi; pozze di fuoco incandescenti che incendiavano le pupille. Aveva la forza di mille uomini e la stazza di cinque messi insieme. Brandiva una clava rudimentale e gigantesca, con il quale spazzava via orde e orde di nemici. Era imbattibile, ed era il terrore di tutti gli eserciti.

    Durante battaglia delle cinque lune - chiamata così vista la durata dello scontro - l’esercito di Mezboğa stava assalendo la città di Aşılmaz: una città impenetrabile, che per anni aveva resistito ad attacchi di ogni tipo, ma mai a quelli di una bestia come quella. L’esercito nemico attaccava ininterrottamente da giorni, cercando una breccia nelle mura. La bestia ancora non si era fatta vedere sul campo di battaglia, alcuni pensavano che non sarebbe mai giunta, altri ancora invece sapevano che sarebbe arrivata a breve, e quando sarebbe arrivato il momento, la città non avrebbe avuto scampo.
    La bestia giunse nel quinto giorno della quinta luna, con la sua mazza iniziò a far stragi di corpi, facendoli volare oltre le mura, abbattendoli al suolo come inutili mosche. Fu in quel momento che la vita di Sahid cambiò definitivamente. Quando la mazza cercò di colpirlo lui riusci a schivarla, Sahid, forte di quell'occasione, con un balzo saltò impugnando la scimitarra nella mano destra e menando un sol colpo in direzione della bestia. Colpì una delle zanne che tanto terrorizzavano le persone, essa cadde al suolo come un macigno, mentre la bestia urlò di dolore. Un grido lancinante che squarciò l'aria.
    Poi, quello che successe fu inspiegabile, la figura del mostro iniziò a tremolare e infine scomparve nel nulla:

    Sahid Al-mack era appena diventato un eroe.

    L'esercito nemico si diede alla ritirata, mentre i compagni festeggiavano il contadino e la sua scimitarra arruginita, mentre il corno divenne il suo trofeo di quella battaglia.
    Il protettore della città glielo fece incastonare d'oro e munire di una catena per portarlo facilmente a tracolla; lo lavorarono per permettere al corno di produrre il suono più grandioso del mondo.
    L'olifante avrebbe accompagnato Sahid da quel momento in poi in ogni battaglia, mentre della bestia non si seppe più nulla.
    Sparì nel nulla durante la battaglia delle cinque lune. "

    Di come l'uomo divenne comandante:
    Dopo gli avvenimenti di Aşılmaz suo malgrado Sahid divenne un mito, la sua presenza divenne obbligatoria su ogni campo di battaglia, rincuorava l'esercito e rinvigoriva i combattenti rendendoli più forti durante l'assalto. Gli bastava suonare una volta quel corno, un sol suono lento e prolungato, per far sì che tutti intorno a lui ritrovassero immediatamente nuove forze. Tuttavia Sahid non era pronto per quel ruolo, né probabilmente lo sarebbe mai stato. Lui era un contadino che, per caso, o per fortuna, era riuscito a sopravvivere a una delle bestie più temibili che avevano calcato l'Akeran. Questo ruolo affaticava Sahid più di quanto avrebbe affaticato un uomo normale, poiché lui non era fatto per la battaglia, né per comandare. Lui era fatto per coltivare i campi e badare a sua moglie e ai suoi figli.
    Il possessore della zanna di Mezboğa, suonando tre brevi volte l'olifante tutti gli alleati vedranno i propri CS in forza nella riserva aumentare di due unità, tuttavia il peso di essere un leader affaticherà la mente del caster e non l'energia.
    Power up ad area consumo Medio, natura Fisica, risorsa utilizzata Mente.


    Di come i soldati lo seguivano:
    Sahid ormai era diventato un comandante, non c'era battaglia in cui i suoi uomini non lo seguivano, non c'era guerra in cui i rinforzi tardavano ad arrivare, non c'era momento in cui il suo battaglione non avrebbe risposto alla sua chiamata. L'olifante aveva un suono bellissimo e potentissimo, in grado di essere udito a chilometri e chilometri di distanza. Rimbombava sulla sabbia del deserto, sulle pietre dell'Akeran più impervio, giungeva fino ai confini del mondo e andando oltre, perdendosi in un oceano infinito. Ovunque si trovasse, e qualora si trovasse in difficoltà, a Sahid bastava suonare l'olifante per far giungere immediatamente i suoi amici, soldati, guerrieri, rendendolo così un comandante rispettato e temuto da tutti.
    Chiunque suoni l'olifante una sola volta e per un tempo abbastanza prolungato, può richiamare le anime dei guerrieri di cui Sahid si circondava. Richiamate dal corno, le anime dei guerrieri si presenteranno come immagini eteree e lattiginose e supporteranno nell'attacco il caster. Non vanno calcolate come un'evocazione, una volta portato l'attacco e il danno pari al consumo, le anime svaniranno nel nulla.
    Attacco a consumo Alto, natura Magica, risorsa utilizzata Energia.





    CODICE
    <blockquote>[size=2][CENTER]<i>Non era soltanto un demone o un mostro.
    Non era soltanto uno degli esseri più forti e spietati di quell’epoca lontana.
    Lui era un’icona della guerra e della battaglia;
    del terrore dei più piccini.
    Era un mostro affamato e spietato, in grado di sbaragliare interi eserciti,
    o semplicemente uccidere dozzine di Maegon.
    Un giorno, un uomo tornò a casa vivo, con una zanna in mano.
    Lui raccontò di essere sopravvissuto a <b>Mezbo&#287;a</b>.
    Il mostro del meridione.</i>[/size]

    [size=14][font=Geneva]La zanna di Mezbo&#287;a[/font][/size]
    [font=Times][size=9][color=#DD9300]«[/color] <i>E di come gridò l'ultima volta. </i> [color=#DD9300]»[/color][/size][/font]

    [IMG]http://i57.tinypic.com/125p669.png[/IMG]

    [size=3]Circolano tante leggende in seno all’Akeran.
    Molte di queste parlano di demoni e bestie mitologiche, di draghi e magiche creature.
    Poche in realtà parlano di uomini, semplici esseri umani in grado di compiere imprese epiche.
    Tra quelle, esiste la storia di Sahid Al-mack, un contadino dell’Akeran chiamato in guerra per combattere i mostri che minacciavano il continente:
    [size=2]
    “Questa è la storia di un’epoca lontana, radicata nei tempi dei miti e delle leggende, in cui i mostri erano più spietati e crudeli, in cui la vita era più difficile e le guerre persino più frequenti. In quest’epoca visse un uomo: <i>Sahid Al-mack figlio di Al-Amsur</i>, semplice contadino forgiato dalle mille battaglie che dilaniarono l’Akeran. Un uomo che divenne la leggenda del meridione di Theras.

    <i>Mezbo&#287;a</i> era l’essere più spietato di quegli anni bui, di lui si ricordano le grosse zanne che fuoriuscivano dalle mascelle prominenti, la pelle dura come il metallo e ricoperta di peli neri come catrame, gli occhi rossi; pozze di fuoco incandescenti che incendiavano le pupille.  Aveva la forza di mille uomini e la stazza di cinque messi insieme.  Brandiva una clava rudimentale e gigantesca, con il quale spazzava via orde e orde di nemici. Era imbattibile, ed era il terrore di tutti gli eserciti.

    Durante battaglia delle <i>cinque lune</i> - chiamata così vista la durata dello scontro - l’esercito di Mezbo&#287;a stava assalendo la città di <i>A&#351;&#305;lmaz</i>: una città impenetrabile, che per anni aveva resistito ad attacchi di ogni tipo, ma mai a quelli di una bestia come quella. L’esercito nemico attaccava ininterrottamente da giorni, cercando una breccia nelle mura. La bestia ancora non si era fatta vedere sul campo di battaglia, alcuni pensavano che non sarebbe mai giunta, altri ancora invece sapevano che sarebbe arrivata a breve, e quando sarebbe arrivato il momento, la città non avrebbe avuto scampo.
    La bestia giunse nel quinto giorno della quinta luna, con la sua mazza iniziò a far stragi di corpi, facendoli volare oltre le mura, abbattendoli al suolo come inutili mosche. Fu in quel momento che la vita di Sahid cambiò definitivamente. Quando la mazza cercò di colpirlo lui riusci a schivarla, Sahid, forte di quell'occasione, con un balzo saltò impugnando la scimitarra nella mano destra e menando un sol colpo in direzione della bestia. Colpì una delle zanne che tanto terrorizzavano le persone, essa cadde al suolo come un macigno, mentre la bestia urlò di dolore. Un grido lancinante che squarciò l'aria.
    Poi, quello che successe fu inspiegabile, la figura del mostro iniziò a tremolare e infine scomparve nel nulla:

    Sahid Al-mack era appena diventato un eroe.

    L'esercito nemico si diede alla ritirata, mentre i compagni festeggiavano il contadino e la sua scimitarra arruginita, mentre il corno divenne il suo trofeo di quella battaglia.
    Il protettore della città glielo fece incastonare d'oro e munire di una catena per portarlo facilmente a tracolla; lo lavorarono per permettere al corno di produrre il suono più grandioso del mondo.
    L'olifante avrebbe accompagnato Sahid da quel momento in poi in ogni battaglia, mentre della bestia non si seppe più nulla.
    Sparì nel nulla durante la battaglia delle cinque lune. "

    <p align="justify">[color=#DD9300][font=Times][size=5]<b><i>Di come l'uomo divenne comandante:</i></b>[/size][/font][/color]
    [size=1]Dopo gli avvenimenti di A&#351;&#305;lmaz suo malgrado Sahid divenne un mito, la sua presenza divenne obbligatoria su ogni campo di battaglia, rincuorava l'esercito e rinvigoriva i combattenti rendendoli più forti durante l'assalto. Gli bastava suonare una volta quel corno, un sol suono lento e prolungato, per far sì che tutti intorno a lui ritrovassero immediatamente nuove forze. Tuttavia Sahid non era pronto per quel ruolo, né probabilmente lo sarebbe mai stato. Lui era un contadino che, per caso, o per fortuna, era riuscito a sopravvivere a una delle bestie più temibili che avevano calcato l'Akeran. Questo ruolo affaticava Sahid più di quanto avrebbe affaticato un uomo normale, poiché lui non era fatto per la battaglia, né per comandare. Lui era fatto per coltivare i campi e badare a sua moglie e ai suoi figli.
    <i>Il possessore della zanna di Mezbo&#287;a, suonando tre brevi volte l'olifante tutti gli alleati vedranno i propri CS in forza nella riserva aumentare di due unità, tuttavia il peso di essere un leader affaticherà la mente del caster e non l'energia.
    Power up ad area consumo Medio, natura Fisica, risorsa utilizzata Mente.</i> [/size]

    [color=#DD9300][font=Times][size=5]<b><i>Di come i soldati lo seguivano:</i></b>[/size][/font][/color]
    [size=1]Sahid ormai era diventato un comandante, non c'era battaglia in cui i suoi uomini non lo seguivano, non c'era guerra in cui i rinforzi tardavano ad arrivare, non c'era momento in cui il suo battaglione non avrebbe risposto alla sua chiamata. L'olifante aveva un suono bellissimo e potentissimo, in grado di essere udito a chilometri e chilometri di distanza. Rimbombava sulla sabbia del deserto, sulle pietre dell'Akeran più impervio, giungeva fino ai confini del mondo e andando oltre, perdendosi in un oceano infinito. Ovunque si trovasse, e qualora si trovasse in difficoltà, a Sahid bastava suonare l'olifante per far giungere immediatamente i suoi amici, soldati, guerrieri, rendendolo così un comandante rispettato e temuto da tutti.
    <i>Chiunque suoni l'olifante una sola volta e per un tempo abbastanza prolungato, può richiamare le anime dei guerrieri di cui Sahid si circondava. Richiamate dal corno, le anime dei guerrieri si presenteranno come immagini eteree e lattiginose e supporteranno nell'attacco il caster. Non vanno calcolate come un'evocazione, una volta portato l'attacco e il danno pari al consumo, le anime svaniranno nel nulla.
    Attacco a consumo Alto, natura Magica, risorsa utilizzata Energia.</i>[/size]
    </p>[/size]

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